La "verdura brutta" e lo spreco di cibo
Anche l’occhio vuole la sua parte, non c’è dubbio.
Quando si tratta di packaging e presentazione, siamo i primi a voler sottolineare l’importanza della ricerca estetica che crea l’immagine di un brand e di un prodotto.
Diverso è il discorso quando l’aspetto di un prodotto è una delle cause principali dello spreco di cibo a livello mondiale.
Ogni anno vengono sprecate a nel mondo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo perfettamente commestibile, e di questa agghiacciante quantità la frutta e la verdura hanno la percentuale di scarto più alta.
Nel 2013, è stato calcolato che il 40% di questo scarto deriva da motivazioni estetiche: il prodotto non andava incontro agli standard per la grande distribuzione.
Nel 2017 queste percentuali hanno subito un lieve miglioramento, soprattutto per una presa di coscienza dell’industria del food, ma si calcola che nel Regno Unito almeno il 25% delle mele, il 20% delle cipolle e il 13% delle patate vengono scartate semplicemente per il loro aspetto non conforme allo standard.
La ricerca condotta su suolo inglese mostra un altro dato grave: pare che lo scarto avvenga principalmente dopo la vendita, nel momento di consumo. 5 milioni di tonnellate di cibo commestibile, buttate ogni anno in UK nelle abitazioni private e negli ambiti professionali come ospedali e ristoranti.
L’impatto di questa grande “macchina dello spreco” è fortissimo. Non è solo un vasto danno al consumo diretto, ma l’indotto causato genera danni ambientali enormi, come la necessità di coltivare più intensamente per far fronte alla percentuale di scarto, utilizzando più terreno e più risorse.
Per fonti e approfondimenti vi rimandiamo a questo articolo della rivista online The Conversation.