Il Parmigiano Reggiano e la tutela del nome
Noi italiani attribuiamo al cibo un fortissimo senso di appartenenza.
È ormai facile ritrovarsi invischiati sui social network in discussioni che cercano di trovare la maniera più genuina per cucinare una carbonara, dove ognuno richiama antiche tradizioni familiari o cenni storici per dare valore alle proprie affermazioni.
Ci indigniamo anche facilmente, e a ragion veduta, quando vediamo storpiate ricette a noi care in giro per il mondo, magari sfruttando la provenienza italiana come un innato indice di qualità. Nulla unisce gli italiani più dell’odio verso la carbonara con la cipolla.
Ma, oltre all’aspetto sociale e a tratti comico di queste situazioni, tutelare il cibo è di vitale importanza, per garantire la genuinità di ciò che si consuma senza incappare in quelle che si rivelano essere solo ingiustificate decorazioni a fini di marketing.
L’ambito dei formaggi è sicuramente uno dei più colpiti da questo fenomeno.
L’Europa è la culla della tradizione casearia per eccellenza, con tipologie di formaggio Italiane, Inglesi e Francesi che utilizzano le stesse ricette dell’Alto Medioevo. Il perfezionamento e la ricerca che alcuni formaggi hanno subito nel corso dei secoli hanno dato vita ad esempi di produzione assolutamente irripetibili in altre zone del mondo.
In Italia possiamo godere di tantissime tipologie di queste vere e proprie gemme alimentari, diverse delle quali apprezzate e ricercate in tutto il mondo, spesso anche a cifre importanti.
Solitamente, ciò che rende unici i nostri formaggi sono la lavorazione (incluse eventuali stagionature ed affinamenti) e la zona di provenienza, che caratterizza di conseguenza l’allevamento degli animali da latte.
L’esempio forse più celebre è il Parmigiano Reggiano, spesso considerato il Re dei formaggi e sicuramente uno dei più agognati (se non IL più agognato) all’estero.
Nelle sue continue lotte contro l’ormai, purtroppo, diffusissima dicitura “parmesan“, recentemente il Consorzio del Parmigiano Reggiano può contare su di una vittoria.
Il prodotto incriminato è questa volta il sugo pronto “Prego” della celebre marca Campbell’s, quelle del famoso quadro di Andy Warhol.
Il problema risiede in due fattori: prima di tutto la lista ingredienti, dove ritroviamo ancora una volta la voce parmesan, e l’etichetta principale, dove vengono illustrati formaggi stagionati puntinati del tutto simili al Reggiano.
Il formaggio presente in questo sugo, però, non ha nulla a che vedere con il Dop Emiliano Romagnolo.
Il ricorso del Consorzio ha fortunatamente avuto esito positivo: l’americana Campbell’s ha accettato la rimozione di questi riferimenti.
FONTE: Dissapore.