Il formaggio può aiutare a controllare i livelli di zucchero nel sangue
Il consumo di formaggio è sempre stato studiato con approcci diversi e da varie prospettive.
Se da un lato rappresenta un’inestimabile fonte di calcio, magnesio, vitamine (A, B2 e B12 in particolare) e ovviamente proteine, dall’altro ne è sempre stato consigliata l’assunzione con moderazione per il suo contenuto di grassi considerevole.
Paradossalmente, non si sono osservati però aumenti di casi di malattie cardiovascolari (incluso diabete di tipo 2) correlate a un più alto consumo di formaggio.
Un team dell’Università di Alberta ha studiato l’impatto di diete con formaggio intero e a grassi ridotti in cavie animali con precedente condizione di diabete, osservando in entrambi i casi una riduzione della resistenza insulinica, importante nel mantenere omogenei i livelli corporei di zucchero. Lo studio è stato pubblicato su Science Direct a Febbraio 2019.
Lo studio su cavie animali è parzialmente una novità. La maggior parte degli studi precedenti sull’argomento (l’impatto del formaggio sulle malattie cardiovascolari) sono stati di tipo osservatorio, in cui i ricercatori hanno appunto osservato le abitudini alimentari di diversi soggetti, spesso nel corso di anni. Queste analisi hanno portato a risultati interessanti, in particolare un sondaggio del 2016 (pubblicato su Advances in Nutrition), che mostra come il formaggio all’interno di una dieta bilanciato ha effetti nulli o positivi sul ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.
Questi pattern di ricerca hanno permesso di stabilire l’approccio migliore per un’analisi più diretta su cavie.
È stato utilizzato un modello di resistenza insulinica molto simile a quello umano. Le cavie sono state divise in tre gruppi: 1) dieta a base di grassi, 2) dieta a base di grassi e formaggio a grasso ridotto, 3) dieta a base di grassi e formaggio intero.
Tutte e tre le diete misuravano la stessa quantità di grassi, cambiando solo la fonte di approvvigionamento degli stessi.
I risultati in 8 settimane sono stati lampanti, e mostrano come l’inserimento di formaggio (in entrambe le tipologie) si traduca in un diretto calo della resistenza insulinica nelle cavie. Questo suggerisce che non è solo la quantità di grasso a contribuire, ma anche altri componenti del formaggio, come il calcio e le fonti proteiche.
Lo studio ha preso in esame anche la presenza di fosfolipidi nelle cavie, la cui più alta presenza è collegata negli umani a una minore resistenza insulinica.
Lo stesso pattern è stato osservato nelle cavie.
FONTE: TheConversation.