Torre di Cortemilia

I pericoli dei trend agricoli globali

Nonostante i cibi sulla nostra tavola siano sempre più diversificati, questo trend non si riflette sull’agricoltura globale.
Le monocolture sono un problema sempre di primissimo grado nel panorama agroalimentare globale, nonostante le campagne di sensibilizzazione effettuate in questi anni. E la contraddizione è nel grande affidamento che queste coltivazioni fanno sull’impollinazione da parte degli insetti e altri animali, nonostante questi ultimi prosperino proprio in casi di abbondante biodiversità.

Tutto ciò pone la sicurezza del cibo a grande rischio, come mostra l’inquietante quadro dipinto dalla Martin Luther University Halle-Wittenberd  sul Global Change Bioligy journal.

Lo studio analizza un’ampia pletora di dati derivanti dal FAO sulle coltivazioni agricole tra il 1961 e il 2016. L’analisi dimostra non solo un considerevole aumento dell’utilizzo di territorio per l’agricoltura, ma anche un progressivo calo nella diversificazione delle tipologie di colture, nonostante la maggior parte di quelle attive si basino totalmente sull’impollinazione.
Allo stesso tempo, il World Biodiversity Councile IPBES mostra come quasi un milione di specie animali siano minacciate dal calo della biodiversità, e tra queste troviamo, ovviamente, gli insetti impollinatori.

Un calo di questi animali, da sempre fondamentali nei processi agrolimentari, potrà significare non solo una flessione nella produzione, ma addirittura un fallimento completo in alcune tipologie di raccolti. Le regioni più a rischio sono quelle dei paesi in via di sviluppo, come America del Sud, Africa e Asia, e non c’è da sorprendersi visto che sono le principali platee per la produzione agricola mondiale.

I ricercatori continuano, affermando inoltre che i recenti sviluppi tecnologici purtroppo agiscono in maniera davvero minima sulla sostenibilità della produzione, ma si concentrano soprattutto sulla scalabilità delle coltivazioni per assicurare un apporto sufficiente alla sempre crescente popolazione.
Concludono invitando un cambio di direzione: l’attenzione dovrebbe essere posta sull’ampliamento della biodiversità, a livello globale. Questo significa, ad esempio, riportare differenti coltivazioni in paesi particolarmente suscettibili e creare habitat più naturali per lo sviluppo di animali impollinatori ai margini dei campi.

FONTI: Martin-Luther-Universität Halle-Wittenberg, ScienceDaily.

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