Spreco di cibo e sostenibilità: dati positivi
In un clima di notizie non sempre positive, ci rincuora molto leggere dati che tendono nella direzione giusta per quanto riguarda il commercio green e la sostenibilità delle filiere produttive.
Buona parte di questo mercato, come è noto, è in mano alla Grande Distribuzione Organizzata, per ovvi motivi di logistica e disponibilità di prodotti. Diventa quindi non solo scelta, ma responsabilità del consumatore finale attuare politiche di acquisto, ove possibile, al fine di “spingere” il più possibile la filiera produttiva sul sentiero più virtuoso.
E i dati ci parlano chiaro e positivo.
Dalle statistiche di Nomisma dall’Osservatorio Packaging del Largo Consumo, come possiamo leggere su IlSole24Ore, il 70% dei consumatori si dichiara pronto a rivolgersi verso un nuovo negozio di fiducia a favore di iniziative di sostenibilità, quali packaging a impatto zero e completamente riciclabili.
Il 23% degli Italiani ha incrementato l’acquisto di prodotti con questa tipologia di packaging sostenibile rispetto al periodo pre-Coronavirus.
La Coldiretti/Ixè, invece, dichiara che più della metà degli italiani (il 54% per essere precisi) si è impegnata attivamente nella maggiore sostenibilità dei propri acquisti, scegliendo produzioni alimentari locali e stagionali, ponendo la giusta attenzione alle scadenze dei prodotti e diminuendo gli scarti nella cucina.
Anche Altroconsumo conferma questa prospettiva positiva, comunicando una diminuzione del 42% negli sprechi casalinghi durante il lockdown.
Sicuramente il clima meno “tranquillo” ha fatto la sua parte, ma l’attenzione che i consumatori possono porre su questi temi diventa inestimabile.
E infine, il dato più importante. Il mercato non ignora mai le tendenze di acquisto, e secondo Nomisma sono quasi l”80% i grandi brand che stanno progettando o attuando politiche di riduzione dell’impatto produttivo, dai packaging sostenibili all’utilizzo di risorse rinnovabili.
Aspettiamo con fiducia nuove news sempre in questa direzione.