Idratazione a lungo termine: il latte meglio dell'acqua?
“Mangiare frutta e verdura e bere tanta acqua” è uno dei tormentoni classici alle porte dell’estate, un invito alla buona pratica di mantenere una corretta idratazione corporea.
L’acqua, ovviamente, è la “risorsa” simbolo dell’idratazione, ed è sempre consigliata come primaria fonte di liquidi corporei, in ogni dieta, piano nutrizionale e semplicemente nella vita di tutti i giorni.
Uno studio di fine 2015 dell’American Journal of Clinical Nutrition, però, imposta e analizza una serie di test che potrebbero cambiare alcune delle carte in gioco.
lo studio si prefissa di analizzare l’identificazione di bevande che promuovono l’idratazione corporea a breve e lungo termine, basandosi sull’output di urina e sul bilancio di fluidi corporei a diverse ore dall’assunzione. Tra le bevande testate troviamo cola, cola dietetica, tè caldo, tè freddo, caffe, birra, succo d’arancia, acqua frizzante, acqua naturale, ORS (terapia reidratante orale), bevande sportive, latte intero e latte scremato.
Il parametro di confronto utilizzato è il BHI (Beverage Idrataion Index), un punteggio che prende in esame il volume di urine prodotto dopo l’assunzione di una bevanda in relazione a un trattamento standard (acqua naturale) per ogni tipologia di bevanda.
Se, come già conosciuto, l’acqua è la risorsa che provvede a fornire il miglior apporto di idratazione diretta possibile, le altre bevande, grazie al loro profilo di micro e macro nutrienti, promuovo la ritenzione dei liquidi più a lungo nel corpo, e quindi un’idratazione a lungo termine molto più efficiente.
Il miglior risultato, dopo 4 ore, è stato raggiunto tra tre bevande: il latte scremato, l’ORS e il latte intero, in quest’ordine.
Lo studio conferma che il BHI rappresenta un buon modello per calcolare il potenziale idratante delle bevande, e che il profilo nutrizionale delle stesse gioca un ruolo fondamentale in questo settore.
FONTE: Oxford Academic.